Gomito del golfista

Gomito del golfista

Gomito del golfista

Tendinite del gomito/ infiammazione dell’epitrocleite

L’Epitrocleite, ossia il gomito del golsta, è una patologia che colpisce la parte mediale del gomito. La causa è il sovraccaricamento e lo sforzo dei muscoli flessori (mano e gomito), movimenti veloci, rapidi e contrazioni

ripetute nel tempo, come accade proprio per il golfista mentre afferra la mazza ed esegue il colpo.

Sebbene molti la considerano una semplice infiammazione, in realtà è una patologia degenerativa che se non curata porta all’indebolimento del tessuto tendineo.

Tra i soggetti più a rischio ultimamente troviamo anche i tennisti, causa l’avvento di un nuovo modo di giocare che vede colpi veloci di rotazione, legati all’esasperazione del top spin (colpo dal basso verso l’alto).

La differenza tra gomito del tennista e gomito del golfista è data dall’infiammazione dell’’epicondilo nella parte esterna (per il primo caso) e dell’epitroclea nella parte interna (per il secondo caso).

I muscoli coinvolti nell’epitrocleite sono quelli che permettono la rotazione dell’avambraccio (pronazione), e la flessione delle dita e del polso.

Il dolore è provocato quando il movimento, come detto prima, è ripetuto e costante; sollevare grossi pesi, lavorare assumendo una postura scorretta (ad esempio quando si è dinnanzi al pc o alla scrivania d’ufficio),

sono atteggiamenti che possono indurre all’infiammazione descritta.

I primi segni di infiammazione sono dolore acuto, formicolio, debolezza alla mano e rigidità muscolare. Il dolore scompare subito dopo aver terminato lo sforzo fisico (o attività sportiva) ma si ripresenterà appena andremo a sollecitare la parte interessata, no a rendere il gomito molto sensibile al tatto.

Per una corretta diagnosi, lo specialista potrà richiedere una risonanza o un’ ecografia, sebbene, il più dello volte, basta una accurata palpazione locale.

E’ consigliabile utilizzare del ghiaccio soprattutto dopo l’attività sportiva; impacchi di 10 minuti circa.

La fisioterapia manuale o strumentale è ottima per l’attenuazione del dolore, per sfiammare e per allungare i muscoli. L’uso di tutori può essere utile invece per rallentare il sovraccarico muscolare e tendineo quando il riposo non è possibile.

Magnetoterapia biostimolante, onde d’urto sono alcuni dei trattamenti consigliati per curare la patologia senza rinunciare ai piaceri dello sport e per “concludere la buca in un sol colpo”.

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